L’Osservatorio Shopper Marketing, nato dalla collaborazione tra Gruppo Fma e CheckBonus, con il patrocinio di Retail Institute Italy, ha l’obiettivo di comprendere come stanno evolvendo le abitudini di consumo e d’acquisto dei consumatori italiani con gli occhi degli utenti “normali” e non degli addetti ai lavori, per meglio comprendere e interpretare lo status e i nuovi veri driver di acquisto.
Recentemente, è stata conclusa una nuova wave di ricerca che ha voluto indagare quanto gli Italiani siano davvero smart quando sono tra le mura domestiche o in ufficio, per comprendere se i prodotti elettronici e gli elettrodomestici connessi ad Internet possono agevolare la vita domestica, farci risparmiare denaro e tempo e se, quindi, diventeranno sempre più indispensabili alla nostra vita quotidiana.
Cosa sta cambiando nei comportamenti d’acquisto degli italiani?
L’indagine è stata condotta nella seconda metà di settembre 2021 con metodologia cawi (Computer Assisted Web Interviewing) su un campione di circa 1500 responsabili d’acquisto rappresentativi delle famiglie italiane così suddivisi: baby boomer (nati tra 1946 e 1964) 32%, generazione X (nati tra 1965 e 1980) 29%, millennial (nati tra 1981 e 1995) 36% e generazione Z (nati dal 1996 in avanti) 3%.
Dall’indagine, emerge che la casa “smart” sarà sempre più un tema centrale per il 48,3% degli italiani (la pensa così il 56,7% degli intervistati uomini, rispetto al 46,6% delle donne).
Alla domanda “quali sono i prodotti o servizi tecnologici di uso domestico più desiderati”, la smart TV risulta in cima alla classifica col 33% delle preferenze, seguita da smartphone (22%), ma poi entrano in gioco gli elettrodomestici piccoli (20%) e grandi (13%), seguiti da caldaia a condensazione (8,3%), purificatori d’aria (6,6%), sensori della qualità dell’aria (3%) e sensori per la gestione della climatizzazione smart (2,6%), a indicare un’attenzione sempre più centrale al tema del comfort e del benessere domestico.
Agli intervistati è stato anche chiesto se possedevano un dispositivo smart come Alexa, Google Home o una smart TV: ne è emerso che il 52,49% ha una smart TV, il 23,96% possiede un dispositivo Alexa, il 10,8% Google Home e un 3,12% possiede una Apple TV. Il 30,61% ha dichiarato di non possedere alcun dispositivo smart.
Voglia di “connettersi” da remoto
É stato chiesto quali dispositivi si desidererebbe connettere da remoto. Su tutti ha vinto la voce “climatizzazione e riscaldamento” con ben il 54,3% delle preferenze, seguita al secondo e terzo posto rispettivamente da “luci e illuminazione” (45,9%) e “lavatrice” (43,2%). Scelte che si spiegano, oltre che per il traino dell’ecobonus, anche con il risparmio energetico che ci si attende da simili soluzioni connesse.
Da segnalare che l’intenzione d’implementare un sistema di sensori per la gestione della climatizzazione smart è prettamente maschile, così come quella di rilevare la qualità dell’aria o di acquistare un purificatore d’aria.
In generale, soprattutto nella fascia over 35, le soluzioni smart sono considerate importanti in un’ottica di risparmio. L’indagine ha confermato una elevata propensione all’acquisto di dispositivi per controllare temperatura, salubrità e condizionamento dell’aria (32,3%), o comunque un forte interesse (35,5%) verso soluzioni che aumentino il comfort domestico. Interessante anche il dato di chi ha dichiarato di essere già in possesso di dispositivi connessi e pienamente soddisfatto (6,5%), rispetto a chi ne è in possesso ma con difficoltà di utilizzo (1,8%).
Ne emerge un quadro in cui la casa “connessa” non è più qualcosa di futuristico, ma la nuova normalità per un’utenza sempre più attenta ai consumi ma anche al proprio benessere, dentro e fuori casa.
