Pur rimanendo legata al proprio settore storico, quello della termoregolazione, Fantini Cosmi ha sempre avuto una visione più ampia, muovendosi sul mercato verso settori e scenari complementari come quello del comfort, benessere, salute, sostenibilità ambientale. E questo sempre senza dimenticare l’importanza dello sviluppo tecnologico e dell’innovazione. Così i “primi 90 anni” di Fantini Cosmi sono entrati a far parte della storia dell’industria italiana. Angelo Brambilla, Presidente dell’azienda, li ripercorre in questa intervista, a partire dalla maturità dell’azienda, durante il boom economico degli anni ’80.
Verticalizzazione e specializzazione
Il mercato di quel periodo era molto diverso, soprattutto per quanto riguarda le modalità di gestione dell’azienda, dalla produzione al marketing a risposta diretta. Così lo racconta Angelo Brambilla:
“Negli anni ’80 tutte le aziende erano molto verticalizzate, facevamo tutto internamente. Eravamo più di 300 persone in quel periodo. In Fantini stampavamo i cataloghi, i listini, la pubblicità: avevamo due macchine da stampa e un reparto di grafica che progettava contenuti e grafici, ma stampava anche e spediva tutto il materiale cartaceo necessario.”
“Avevamo un’attrezzeria in azienda dove lavoravano 12 persone – continua Angelo Brambilla – Oggi aziende delle nostre dimensioni utilizzano attrezzerie specializzate esterne per la produzione di stampi e attrezzature. All’interno si potevano trovare macchinari per la costruzione di attrezzi, e anche in questi abbiamo visto l’evoluzione: da macchine fresatrici normali a macchine a controllo numerico, per arrivare a quelle a elettroerosione, che tagliavano il metallo per mezzo del filo. Per le spedizioni oltremare erano obbligatorie le casse di legno, quindi, avevamo anche la falegnameria per produrle internamente”.
Il mercato della termoregolazione all’inizio degli anni ‘70 era decisamente variegato. Il cronotermostato non esisteva ancora e Fantini Cosmi era molto presente sul mercato delle forniture dirette a installatori e all’industria, o B2B come si direbbe ora, e in modo meno capillare tra i distributori e rivenditori di materiale elettrico.
Anni di cambiamenti, anche tumultuosi
I primi anni ’80 sono stati anni floridi, poi arrivarono gli anni con l’inflazione galoppante. Così galoppante che non si riusciva a stampare i nuovi listini tenendo il passo con l’aumento dei prezzi che salivano ogni mese.
Angelo Brambilla continua il suo racconto: “Furono, però, anche gli anni della nascita dell’elettronica che ci cambiò la vita. Il nostro primo cronotermostato elettronico, Intellitherm C21 è del 1985. Fu merito della divisione commerciale, che riuscì a convincere l’azienda che l’elettronica era qualcosa su cui puntare. Mio suocero, il fondatore e capo dell’azienda, era piuttosto scettico sull’elettronica, perché non la conosceva e faceva fatica a rapportarsi con questa novità. All’epoca pensava che l’avanzata dei prodotti elettronici fosse solo una moda passeggera o comunque che i tempi non fossero maturi per impegnarsi a fondo.”
La nascita del primo cronotermostato elettronico in Italia
Parallelamente, l’azienda tentò strade più tradizionali, come la produzione di un cronotermostato elettromeccanico: una scatola che conteneva due termostati meccanici e un temporizzatore per spostare la regolazione fra i due. In questo modo uno regolava la temperatura del giorno e l’altro della notte. Non fu un grande successo, le vendite non furono entusiasmanti.
“Un nostro tecnico, con la passione per l’elettronica, suggerì di introdurla nel prodotto. C’era scetticismo sia da parte della produzione, sia da parte della direzione. Alla fine, però, convincemmo la parte tecnico-produttiva a farne una serie limitata. Ne producemmo 2000 pezzi, ma arrivarono subito ordini per 10.000 unità. Era il primo cronotermostato in Italia: tutti capirono che poteva avere successo! La Fantini scommise su qualcosa che ancora non c’era, con tante paure e iniziando la produzione in modo prudente ma fu una scelta vincente.”
Il prodotto fu poi reindustrializzato per la produzione di massa con un enorme successo, provocando un cambiamento radicale sia sulla parte tecnico-produttiva dell’azienda, sia su quella commerciale. Si trattava infatti del primo vero prodotto adatto alla distribuzione. Da quel momento il distributore assunse un’importanza fondamentale, via via cresciuta nel tempo.
La risposta del mercato all’innovazione
Fantini Cosmi, che fino a quel momento parlava direttamente con il cliente industriale attraverso uffici tecnici, progettisti e uffici acquisti, iniziò quindi a rivolgersi al grande pubblico, per raccontare l’esistenza di un prodotto che poteva semplificare la vita delle persone.
“A quell’epoca – spiega Angelo – avevamo un consulente marketing che aveva avuto esperienza in grandi multinazionali e aveva lavorato nel settore delle acque minerali, quindi del grande pubblico. Ci convinse a utilizzare “i mezzi di promozione di massa”. Quindi, annunci sui giornali, in particolare sulla Gazzetta dello Sport che copriva la fascia degli installatori e la pubblicità sulle televisioni come Telemontecarlo, oggi La7. Grazie a questa strategia ci aprimmo al grande pubblico.”
Quale fu poi l’evoluzione di Fantini Cosmi? Come è diventata un’azienda di riferimento anche nel mercato della ventilazione?
Ve lo sveliamo con la seconda parte di questa intervista nel prossimo articolo!
